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Alimentazione e prevenzione oncologica è la Sezione Monografica che apre questo numero, costruita a partire dal convegno organizzato dal Dipartimento di Medicina dell’Università degli studi di Perugia. La monografia è curata da Anna Villarini, di recente nominata coordinatrice del Centro Sperimentale per la Promozione della Salute e l’Educazione Sanitaria di questa Università.
Franco Berrino mette in evidenza la relazione fra lo stile di vita occidentale moderno e il cancro della mammella, sottolineando come l’adesione alle raccomandazioni del Codice Europeo Contro il Cancro e del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro riduce fortemente il rischio di ammalarsi.
Mattia Acito et al. illustrano alcuni risultati del progetto DianaWeb, ricerca partecipata di comunità dedicata alla prevenzione terziaria del cancro della mammella che utilizza uno specifico sito web come strumento di indagine. Dall’inizio del progetto fino a gennaio 2024, 5934 utenti hanno effettuato l’accesso al sito internet, con un trend di nuovi ingressi per lo più costante nel corso degli anni. Di questi, 1794 risultano “attivi”, ovvero utenti che compilano regolarmente i questionari contenuti nella propria area riservata del sito. Dall’analisi dei dati è emerso che i fattori di rischio in studio non sono uniformemente distribuiti tra le pazienti, ma che sono, in particolare, le pazienti più anziane, residenti nel sud Italia e con una più bassa scolarizzazione a mostrare una maggiore presenza di fattori di rischio per recidive.
Deborah Cesaroni presenta il progetto di revisione delle Linee d’Indirizzo per la Ristorazione Scolastica, in corso nella Regione Umbria, finalizzato a produrre sinergia con le famiglie e con il tessuto sociale, per costruire una comunità educante sui temi della salute e dell’ambiente e contribuire alla prevenzione delle malattie correlate a scorretti stili nutrizionali nelle nuove generazioni.
L’associazione tra consumo di cibi ultraprocessati e rischio di tumori è il tema dell’articolo di Anna Villarini: il consumo di alimenti ultra processati è associato a un rischio più elevato di sviluppare cancro al seno e alla prostata, tumori del tratto digestivo superiore, come cancro alla bocca, alla gola e all’esofago, e altri tumori.
Cinzia Antonelli riporta i risultati di uno studio sull’effetto antitumorale di due composti bioattivi della dieta, il Resveratrolo e l’Oleuropeina, in due modelli cellulari: il cancro anaplastico della tiroide, una tipologia tumorale estremamente aggressiva e letale, per la quale le terapie convenzionali si sono rivelate inefficaci, e il cancro del polmone non a piccole cellule, che rappresenta l’85% di tutti i casi di cancro del polmone, la cui prognosi rimane infausta.
Francesca Riuzzi e Gugliemo Sorci illustrano il ruolo del recettore RAGE e dei suoi ligandi introdotti con la dieta occidentale nella cachessia associata a cancro, nell’ambito di una ricerca volta a identificare una strategia farmacologica che porti alla riduzione dell’attività di RAGE al fine di contrastare l’atrofia muscolare, agendo sia a livello muscolare che infiammatorio sistemico, e a introdurre supporti nutrizionali in grado di prevenire l’accumulo di AGE quali fattori di rischio predisponenti a una più severa CC.
Nella sezione Altri Contributi Carlo Romagnoli approfondisce il tema del privato in sanità attraverso tre linee di ricerca bibliografica: a) revisione sistematiche e studi relativi agli effetti del privato in sanità; b) report ministeriali e di agenzie nazionali; c) framework che descrivono gli esiti per il paziente e per l’ecosistema socio-sanitario. Non si evidenziano benefici del privato in sanità, ma solo riscontri negativi in termini di disequità di accesso a cure efficaci, in termini di sicurezza, di qualità assistenziale, di costi per i cittadini, di centralità della malattia per sostenere il business, di concorrenza per risorse scarse quali fondi e personale e problemi di regolazione e rispetto di norme e contratti.
Alessandro Migliardi et al. riportano i risultati di uno studio di tipo PRE-POST con gruppo di controllo, realizzato su un campione di 781 studenti (9-13 anni) di 23 istituti scolastici piemontesi, volto ad indagare il rapporto con le tecnologie digitali in termini di convinzioni, atteggiamenti e motivazioni, e verificare in quale misura sia migliorato nei soggetti che hanno partecipato all’esperienza del centro Display. La ricerca ha utilizzato la metodologia Difference in Differences per valutare se i cambiamenti osservati sono da attribuire, a parità di altre caratteristiche, all’intervento sperimentato. I risultati dello studio mostrano cambiamenti importanti e statisticamente significativi, per ciò che concerne l’uso consapevole degli strumenti digitali e la percezione del rischio nel loro utilizzo. La stratificazione dei dati per livello di istruzione della madre mostra cambiamenti anche in termini di equità. Orientare le politiche volte a promuovere un uso positivo e consapevole delle tecnologie digitali per riconoscere, prevenire e gestire precocemente situazioni problematiche, basandosi su interventi di dimostrata efficacia, è l’intento che gli autori hanno inteso perseguire.
Lo studio presentato nell’articolo di Salvatore Buzzelli et al. intende proporre una strumentazione (analisi dei tempi di reazione mediante il “SensoBuzz”) idonea a stimare il decadimento cognitivo nella popolazione anziana, assieme a proposte operative con esercitazioni mirate al contrasto del decadimento cognitivo e alla prevenzione delle cadute in soggetti anziani.
DOI: 10.48291/SISA.68.3.2 Sistema Salute, 68, 3, 2024: pp.276-284
La resistibile ascesa dei tumori al seno
The resistible rise of breast cancer
Franco Berrino
Medico Epidemiologo già Direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
RIASSUNTO
Il cancro al seno è il secondo tumore più frequente al mondo e la neoplasia maligna più comune nelle donne. Negli ultimi decenni, l’incidenza di questo tumore è aumentata rapidamente, soprattutto in alcune regioni, come l’Europa. Poiché si prevede che i casi di cancro al seno aumenteranno in futuro, la ricerca di fattori di rischio e gli sforzi di prevenzione primaria per ridurne l’incidenza sono aspetti chiave per frenare questa tendenza. Ci sono sempre più prove che lo stile di vita, tra cui dieta, peso corporeo e attività fisica, possono essere associati a un rischio più elevato di tumore al seno. Un elevato consumo di alimenti di origine vegetale (verdure, cereali integrali, frutta, legumi e noci), un consumo moderato di pesce e un consumo limitato o nullo di bevande zuccherate, carni lavorate e rosse, alimenti ultra-lavorati, latte, burro, latticini integrali e dolci, potrebbero contribuire ridurre l’incidenza del cancro al seno.
SUMMARY
Breast cancer is the second most common cancer worldwide and the most commonly occurring malignancy in women. In recent decades, the incidence of this cancer has increased rapidly, especially in some regions, such as Europe. As the breast cancer burden is expected to increase in the future, the search for risk factors and primary prevention efforts to decrease their exposure are key aspects to curb this tendency. There is growing evidence that lifestyle factors, including diet, body weight and physical activity, may be associated with higher BC risk. High consumption of plant-based food (vegetables, whole-grain cereals, fruits, legumes and nuts), moderate consumption of fish, and limited or no consumption of sugar-sweetened beverages, processed and red meats, ultra processed food, milk, butter, whole-fat diary and sweets, could reduce the incidence of breast cancer.
Autore per corrispondenza: berrinofranco@gmail.com
DOI: 10.48291/SISA.68.3.3 Sistema Salute, 68, 3, 2024: pp. 285-302
DianaWeb, un progetto di prevenzione terziaria rivolto a persone con tumore della mammella: accessi al sito internet dedicato e dati al baseline
DianaWeb, a tertiary prevention project for patients with breast cancer: website traffic and baseline data
Mattia Acito1, Tommaso Rondini1, Edoardo Franceschini1, Giuliana Gargano3, Francesca dalla
Rosa4, Sergio De Vincenzi1, Massimo Moretti1, Anna Villarini2, Milena Villarini1
1 Dipartimento di Scienze Farmaceutiche, Università degli Studi di Perugia, Via del Giochetto, 06122 Perugia
2 Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Perugia, Piazza L. Severi, 1/8 06132 Perugia
3 Dipartimento Epidemiologia e Data Science, S.C. Epidemiologia e Prevenzione, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
4 Dipartimento Bioscienze, Biologia Applicata alle Scienze della Nutrizione, Università degli Studi di Milano
Parole chiave: DianaWeb, tumore della mammella, prevenzione terziaria, ricerca partecipata di comunità, educazione nutrizionale, attività fisica
RIASSUNTO
Obiettivi: il progetto DianaWeb è una ricerca partecipata di comunità (community-based participatory research, CBPR) dedicata alla prevenzione terziaria del cancro della mammella (CM) che utilizza uno specifico sito web come strumento di indagine. Nel presente lavoro, verranno mostrati i dati di accesso al sito web e la loro evoluzione durante gli anni, nonché i livelli dei possibili fattori di rischio registrati al base-line, in relazione al grado di adesione alle raccomandazioni del WCRF, alla dieta mediterranea (Mediterranean Diet, MD) e all’attività fisica.
Metodi: il disegno dello studio prevede l’utilizzo di un sito web dedicato (www.dianaweb.org)
per: 1) reclutare i pazienti con CM; 2) raccogliere, attraverso questionari, informazioni inerenti alle caratteristiche socio-demografiche dei pazienti, i dati relativi a parametri antropometrici e clinici; 3) stimare i livelli di attività fisica; 4) valutare le scelte alimentari; definire il grado di adesione alle raccomandazioni del WCRF. Inoltre, sono stati registrati gli accessi totali al sito internet durante gli anni dello studio, con attenzione all’attività degli utenti registrati.
Risultati: dall’inizio del progetto fino a gennaio 2024, 5934 utenti hanno effettuato l’accesso al sito internet, con un trend di nuovi ingressi perlopiù costante nel corso degli anni. Di questi, 1794 risultano “attivi”, ovvero utenti che compilano regolarmente i questionari contenuti nella propria area riservata del sito. Dall’analisi dei dati è emerso che i fattori di rischio in studio non sono uniformemente distribuiti tra le pazienti, ma che sono, in particolare, le pazienti più anziane, residenti nel sud Italia e con una più bassa scolarizzazione a mostrare una maggiore presenza di fattori di rischio per recidive. Dalle analisi delle correlazioni al base-line tra stili di vita e ipotetici fattori di rischio per recidive del CM si evidenzia una correlazione inversa statisticamente significativa tra adesione alla MD o adesione alle raccomandazioni del WCRF e BMI, insulinemia e sindrome metabolica.
Conclusioni: in conclusione, dai risultati emersi finora dallo studio DianaWeb, si può ipotizzare che fornendo informazioni volte ad incoraggiare l’adesione a uno stile di vita salutare si possano ridurre alcuni fattori di rischio modificabili per le recidive del carcinoma mammario e migliorare la prognosi dei pazienti. Inoltre, stimolare un aumento nella numerosità del gruppo degli utenti attivi significherebbe aumentare il bacino di soggetti attivamente coinvolti nel progetto e beneficiari dell’intervento.
Keywords: DianaWeb, breast cancer, tertiary prevention, community-based participatory research, nutrition education, physical activity
SUMMARY
Objectives: the DianaWeb project is a community-based participatory research (CBPR) addressed to breast cancer (BC) patients, that uses a specific website as an investigation tool. In this work, the website traffic data and their evolution over the years will be shown, as well as the levels of possible risk factors recorded at baseline, in relation to the degree of adherence to the WCRF recommendations, the Mediterranean Diet (MD) and to physical activity.
Methods: the study design considers the use of a specific website (www.dianaweb.org) to: 1) enrol BC patients; 2) collect, through questionnaires, information concerning patients’ socio-demographic, anthropometric and clinical characteristics; 3) estimate physical activity level; 4) evaluate food choices; assess the level of compliance to WCRF recommendations. Moreover, website traffic – with a focus on the users’ activity – has been recorded over the study years.
Results: from the beginning of the project until January 2024, 5934 users accessed the website, with a trend of new entries mostly constant over the years. Of these, 1794 are “active”, i.e. users who regularly fill out the questionnaires contained in the private area of the website. From the analysis of the data, we observed that the risk factors under study are not uniformly distributed among the patients: in particular, the older patients, those residing in southern Italy and with a lower level of education showed a greater presence of risk factors for cancer recurrence. From the analysis of base-line correlations between lifestyles and hypothetical risk factors for BC recurrence, a statistically significant inverse correlation was highlighted between adherence to the MD or adherence to the WCRF recommendations and BMI, insulinemia and metabolic syndrome.
Conclusions: in conclusion, from the results that have emerged so far from the DianaWeb study, it can be hypothesized that providing information aimed at encouraging adherence to a healthy lifestyle can reduce some modifiable risk factors for BC recurrence and improve the prognosis of patients. Furthermore, stimulating an increase in the size of the group of active users would result into an increasing in the pool of active subjects involved in the project and beneficiaries of the intervention.
Autore per corrispondenza: milena.villarini@unipg.it; anna.villarini@unipg.it
DOI: 10.48291/SISA.68.3.4 Sistema Salute, 68, 3, 2024: pp.303-307
Iniziare da piccoli: nuove Linee Guida per la Ristorazione Scolastica
Starting small: new Guidelines for School Food Service
Deborah Cesaroni
Dipartimento di Prevenzione Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, USL Umbria1
Parole chiave: mensa scolastica, alimentazione e prevenzione MCNT, prevenzione primaria, educazione nutrizionale
RIASSUNTO
Obiettivi: negli ultimi decenni tutti i paesi occidentali sono stati interessati da cambiamenti demografici ed epidemiologici che hanno fatto registrare un aumento importante di malattie croniche non trasmissibili (MCNT) che stanno determinando un significativo impatto sugli assetti organizzativi, sulle modalità di erogazione delle cure e sulla sostenibilità dei servizi sanitari. Le scorrette abitudini alimentari e lo stile di vita sedentario sono le principali cause di questa epidemia. L’alimentazione corretta in particolare nei primi anni di vita rappresenta un’opportunità di prevenzione importante al fine di ridurre l’incidenza del sovrappeso e delle MCNT nella popolazione. L’alimentazione nei primi 1000 giorni di vita, dal concepimento ai 2 anni di età, rappresenta una finestra temporale che ha effetti a lungo termine sulla salute in età adulta (epigenetica). Alla luce dei recenti studi sull’espressione genica e sul condizionamento di questa in relazione agli stili di vita della gestante e del bambino, gli interventi di prevenzione e promozione della salute, devono necessariamente implementare programmi che contemplino le più attuali conoscenze scientifiche; in questa direzione il progetto Regionale di revisione delle Linee d’Indirizzo per la Ristorazione Scolastica ha l’obiettivo di garantire e monitorare l’equilibrio dei menù adottati dai nidi per l’infanzia e dalle scuole materne ed elementari, al fine di migliorare la qualità nutrizionale del pasto e promuovere una cultura capace di generare un cambiamento profondo nella comunità educante, nelle famiglie e nella collettività locale. La mensa scolastica rappresenta quindi lo strumento per avviare politiche sanitarie, sociali e ambientali.
Metodi: il progetto di revisione delle Linee d’Indirizzo per la Ristorazione Scolastica ha previsto l’istituzione di un tavolo tecnico di esperti al fine di creare un gruppo di lavoro interdisciplinare in grado di rivalutare al meglio tutti gli aspetti connessi alla mensa scolastica: aspetti relativi ai fabbisogni nutrizionali, alla preparazione dei pasti, aspetti psicopedagogici, definizione delle regole che guidano la stesura dei capitolati, ecc.. Al fine di affrontare i suddetti aspetti, il lavoro di revisione ha previsto il coinvolgimento di dietisti e nutrizionisti, epidemiologi, medici igienisti e pediatri di libera scelta, cuochi e insegnanti dell’Istituto Alberghiero di Assisi nonché insegnanti referenti dell’Istituto Scolastico Regionale.
Risultati: il progetto Regionale di Revisione delle Linee d’Indirizzo per la Ristorazione Scolastica è stato avviato nel mese di maggio 2023, dopo circa 10 anni dalla prima edizione pubblicata nel 2014 (BUR Serie Generale n°23 del 14 maggio 2014); il cronoprogramma prevede la pubblicazione del documento ed inoltre, cosi come per la prima pubblicazione, una seconda fase finalizzata alla diffusione sul territorio e alla adozione delle nuove indicazioni proposte presso le scuole con mensa della Regione Umbria attraverso interventi e azioni intersettoriali mirate.
Conclusioni: la revisione delle Linee d’Indirizzo per la Ristorazione Scolastica possono facilitare la creazione di una sinergia con le famiglie e con il tessuto sociale al fine di costruire una comunità educante sui temi della salute e dell’ambiente e contribuire alla prevenzione delle malattie correlate scorretti stili nutrizionali nelle nuove generazioni.
Keywords: school canteen, MCNT nutrition and prevention, primary prevention, nutrition education
SUMMARY
Objectives: in recent decades, all Western countries have been affected by demographic and epidemiological changes that have resulted in a major increase in chronic noncommunicable diseases (MCNTs), which are leading to a significant impact on organizational arrangements, care delivery methods, and the sustainability of health services. Poor dietary habits and sedentary lifestyle are the main causes of this epidemic. Proper nutrition particularly in the early years of life represents an important prevention opportunity in order to reduce the incidence of overweight and MCNTs in the population. Nutrition in the first 1000 days of life, from conception to 2 years of age, represents a time window that has long-term effects on health in adulthood (epigenetics). In light of recent studies on gene expression and its conditioning in relation to the lifestyles of the pregnant woman and child, prevention and health promotion interventions, must necessarily implement programs that contemplate the most current scientific knowledge; in this direction, the Regional project to revise the Guidelines for School Cafeterias aims to ensure and monitor the balance of the menus adopted by preschools and kindergartens and elementary schools, in order to improve the nutritional quality of the meal and promote a culture capable of generating a profound change in the educating community, families and the local community. The school canteen thus represents the tool to initiate health, social and environmental policies.
Methods: the project to revise the Guidelines for School Cafeterias provided for the formal establishment of a technical table of experts in order to create an interdisciplinary working group capable of exploring to the best of its ability all aspects related to school cafeterias: aspects related to nutritional needs, meal preparation, psycho-pedagogical aspects, definition of the rules guiding the drafting of specifications, etc. In order to address the aforementioned aspects, the review work included the involvement of: dietitians and nutritionists, epidemiologists, hygienists and pediatricians of free choice, cooks and teachers from the Hotelier Institute of Assisi, and referring teachers from the Regional School Institute.
Results: the Regional Project for the Revision of the Guidelines for School Catering was launched in May 2023, some 10 years after the first edition was published in 2014 (BUR General Series No. 23 of May 14, 2014); the chrono schedule calls for the document to be published in December 2024. The project in question, will foresee as for the first publication, the implementation of a second phase of intervention, aimed at the dissemination and progressive adoption of the proposed indications at schools with canteens in the Region of Umbria through targeted intersectoral interventions and actions.
Conclusions: it can be hypothesized that through the school canteen it is possible to create a synergy with families and the social fabric in order to build an educating community on health and environmental issues to prevent diseases related to incorrect nutritional styles in the new generations.
Autore per corrispondenza: deborah.cesaroni@uslumbria1.it
DOI: 10.48291/SISA.68.3.5 Sistema Salute, 68, 3, 2024: pp. 308-317
Consumo di cibi ultra processati e aumento del rischio di sviluppare tumori
Ultra-processed foods consumption and increase risk of cancer
Anna Villarini
Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Perugia, Piazzale Settimio Gambuli, 1, 06129 Perugia PG
Parole chiave: cibi ultra processati, tumori solidi, prevenzione primaria
RIASSUNTO
Gli alimenti ultra processati sono alimenti pronti da mangiare o solo da riscaldare di produzione industriale. Generalmente si conservano a lungo, contengono conservanti, emulsionanti, dolcificanti, coloranti e altri additivi, aromi artificiali e ingredienti solitamente non utilizzati nella cucina casalinga la cui funzione è quella di “rendere il prodotto finale appetibile o più attraente” secondo il rapporto. Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura. Secondo la letteratura scientifica, il consumo di una maggiore quantità di alimenti ultra processati è associato a un rischio più elevato di sviluppare cancro al seno e alla prostata, tumori del tratto digestivo superiore, come cancro alla bocca, alla gola e all’esofago, e altri tumori. Le persone che consumano il 10% in più di alimenti ultra-processati rispetto a chi ne consuma di meno presentano un rischio aumentato del 13% di sviluppare un cancro in generale.
Keywords: ultra-processed food, solid tumors, primary prevention
SUMMARY
Ultra-processed foods are ready-to-eat or ready-to-heat foods. They generally have a long shelf life and tend to include additives and ingredients that are not typically never or rarely used in kitchens, such as preservatives, emulsifiers, sweeteners, and artificial colours and flavours.
Ultraprocessed foods, such as sodas, chips, nuggets, packaged soups, ice cream and more, contain ingredients whose function is “to make the final product palatable or more appealing,” according to the Food and Agriculture Organization of the United Nations.
Eating a greater amount of ultraprocessed food was associated with a higher risk of developing breast and prostate cancer, cancers of the upper digestive tract, such as mouth, throat and esophageal cancer, and other according to scientifc lecterature.
People who consumes 10% more ultraprocessed foods than others has a 13% increased risk of overall cancer.
Autore per corrispondenza: anna.villarini@unipg.it
DOI: 10.48291/SISA.68.3.6 Sistema Salute, 68, 3, 2024: pp. 318-328
Ruolo antitumorale di composti bioattivi della dieta attraverso il controllo dello stress glicativo: studi in vitro su modelli cellulari di cancro della tiroide e del polmone non a piccole cellule
Antitumor role of bioactive dietary compounds through the control of glycative stress: in vitro studies on cellular models of thyroid and non-small cell lung cancer
Cinzia Antognelli
Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Sezione di Bioscienze ed Embriologia Medica, Università degli Studi di Perugia
Parole chiave: Resveratrolo, Oleuropeina, stress glicativo, cancro della tiroide, cancro del polmone non a piccole cellule
Obiettivi: i composti bioattivi alimentari stanno guadagnando una sempre più ampio consenso in oncologia, continuando a rappresentare una sfida importante nella chemioterapia antitumorale. In questo studio descriviamo l’effetto antitumorale e il meccanismo molecolare associato, dipendente dallo stress glicativo, di due composti bioattivi della dieta, il Resveratrolo (RVT) e l’Oleuropeina (OP), in due modelli cellulari: il cancro anaplastico della tiroide (ATC), una tipologia tumorale estremamente aggressiva e altamente letale, per la quale le terapie convenzionali si sono rivelate inefficaci, e il cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC), che rappresenta l’85% di tutti i casi di cancro del polmone, la cui prognosi rimane infausta.
Metodi: l’effetto antitumorale di RVT e OP è stato studiato in linee cellulari ATC e NSCLC valutando, rispettivamente, le proprietà di invasività/migrazione e la morte cellulare per apoptosi, nonché lo stress glicativo, mediante rilevamento dei relativi marcatori in immunoblotting, RT-PCR (trascrittasi inversa-reazione a catena della polimerasi in tempo reale), test ELISA e saggi enzimatici specifici.
Risultati: RVT, riducendo lo stress glicativo, inibisce la migrazione e l’invasività delle cellule modello di ATC. Allo stesso modo, OP esercita un effetto pro-apoptotico nel NSCLC modulando negativamente lo stress glicativo.
Conclusioni: nel presente studio mettiamo in evidenza il potenziale antitumorale di RVT e OP attraverso il controllo dello stress glicativo e, sebbene siano necessarie ulteriori prove, i nostri risultati sembrano corroborare i dati epidemiologici emergenti secondo cui il consumo di sostanze bioattive nella dieta riduce il rischio e l’incidenza di molte neoplasie.
Key words: Resveratrol, Oleuropein, glycative stress, thyroid cancer, non-small cell lung cancer
SUMMARY
Objectives: Dietary bioactive compounds are gaining broader acceptance in oncology, continuing to be a major challenge in cancer chemotherapy. Here, we describe the anticancer effect and the associated glycative stress-dependent molecular mechanism, of two dietary bioactive compounds, resveratrol (RVT) and oleuropein (OP), in two cellular models: anaplastic thyroid cancer (ATC), an extremely aggressive and highly lethal cancer for which conventional therapies have proved ineffective, and non-small cell lung cancer (NSCLC), which accounts for 85% of all lung cancer cases, whose prognosis remains dire.
Methods: The anticancer effect of RVT and OP was studied in ATC and NSCLC cell lines by evaluating invasion/migration properties and apoptosis, respectively, as well as glycative stress, by means of related markers detection with immunoblot, Real-Time Reverse Transcriptase-Polymerase Chain Reaction, ELISA tests and enzymatic assays.
Results: RVT, by reducing glycative stress, inhibits migration and invasion of ATC. Similarly, OP exerts a pro-apoptotic effect in NSCLC by negatively modulating glycative stress.
Conclusions: In the present study, we highlight the anti-tumor potential of RVT and OP through the control of glycative stress, and, although further evidence is needed, our results appear to corroborate the emerging epidemiological data according to which the consumption of bioactive substances in the diet reduces the risk and incidence of many neoplasms.
Autore per corrispondenza: cinzia.antognelli@unipg.it
DOI: 10.48291/SISA.68.3.7 Sistema Salute, 68, 3, 2024: pp. 329-338
Ruolo del recettore RAGE e dei suoi ligandi introdotti con la dieta occidentale nella cachessia associata a cancro
Role of the receptor RAGE and its ligands introduced with the Western diet in cancer-induced cachexia
Francesca Riuzzi, Gugliemo Sorci
Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Università degli Studi di Perugia
Parole chiave: RAGE, cancro, cachessia, atrofia muscolare, dieta occidentale, fattori di rischio
RIASSUNTO
La cachessia è una sindrome paraneoplastica altamente debilitante caratterizzata dalla perdita progressiva di massa corporea muscolare che si manifesta in oltre la metà dei pazienti oncologici, spesso sottovaluta e per la quale attualmente non esiste una terapia efficace. In presenza di tumore, il recettore dei prodotti finali di glicazione avanzata (RAGE) è determinante nel sostenere i processi alla base dell’insorgenza della cachessia, quali il rilascio di fattori tumorali, infiammazione sistemica e attivazione vie di segnalazione che portano alla degradazione delle proteine muscolari. L’ablazione genetica di RAGE in topi portatori di tumore si traduce in un rallentamento sull’infiammazione sistemica.della perdita di peso corporeo e della massa e forza muscolari, e un sorprendente aumento della sopravvivenza. Alti livelli di AGE, addotti non enzimatici di zuccheri e proteine, possono essere introdotti con i cibi gustosi tipici della cosiddetta dieta occidentale. Accumulandosi nei vari tessuti, gli AGE interagendo con RAGE contribuiscono a generare uno stato di infiammazione sistemica cronica di basso grado, che in presenza di tumore potrebbe predisporre all’insorgenza e progressione della sindrome cachettica. In questo scenario, la riduzione dell’attività di RAGE attraverso strategie farmacologiche o dell’accumulo di AGE quali fattori di rischio predisponenti a una più grave cachessia tramite supporti nutrizionali potrebbe contrastare l’atrofia muscolare in pazienti oncologici agendo sia sulla componente muscolare che sull’infiammazione sistemica.
Key words: RAGE, cancer, cachexia, muscle atrophy, Western diet, risk factors
SUMMARY
Cachexia is a highly debilitating and underestimated paraneoplastic syndrome characterized by the pro-
gressive loss of body and muscle mass occurring in more than half of cancer patients, for which no therapy
is currently effective. In the presence of cancer, the receptor for advanced glycation end products (RAGE)
is crucial in supporting the processes underlying the onset of cachexia, such as tumor-released factors,
systemic inflammation, and activation of signaling pathways leading to muscle protein degradation. The
genetic ablation of RAGE in tumor-bearing mice delays the loss of body and muscle weights and increases
survival. High levels of AGEs (i.e., non-enzymatic adducts of sugars and proteins) introduced with the
tasty foods typical of the Western diet, accumulate in several tissues and generate a RAGE-dependent
state of chronic low-grade systemic inflammation, which could predispose to the onset and progression
of the cachectic syndrome. In this scenario, the reduction of RAGE activity through pharmacological
strategies or the reduction of AGE accumulation as a risk factor predisposing to a more severe cachexia
through nutritional supports could counteract muscle atrophy in cancer patients by acting on both the
muscle compartment and the systemic inflammation.
Autore per corrispondenza: francesca.riuzzi@unipg.it
DOI: 10.48291/SISA.68.3.8 Sistema Salute, 68, 3, 2024: pp. 339-363
Dimensioni, processi ed esiti del privato in sanità
Dimensions, processes and outcomes of the private sector in health care
Carlo Romagnoli
Medico specialista in Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica
Parole chiave: impatto sulla salute, impatto sul sistema sanitario, fornitore privato di servizi sanitari, quadro concettuale
RIASSUNTO
Le principali espressioni del privato in sanità sono rappresentate da privato convenzionato per l’assistenza ospedaliera, extraospedaliera (territoriale, diagnostica, specialistica) e residenziale, dalla spesa diretta delle famiglie (Out Of Pocket: OOP) per visite, analisi, farmaci, ricoveri etc e dalla spesa intermediata da fondi ed assicurazioni private attivate per lo più tramite accordi sindacali di categoria.
Obiettivi: descrivere per ciascuna delle tre tipologie di investimento privato in sanità per l’Italia e le regioni italiane – con un focus esemplificativo sull’Umbria – dimensioni, sviluppo nei processi assistenziali, esiti per il pz. e l’eco sistema socio sanitario.
Materiali e metodi: sono state attivate tre linee di ricerca bibliografica su: a) revisione sistematiche e studi relativi agli effetti del privato in sanità; b) report ministeriali e di agenzie nazionali contenenti dati sul fenomeno indagato; c) framework capaci di descrivere gli esiti per il paziente e per l’ecosistema sociosanitario.
Risultati: a) la letteratura scientifica disponibile non evidenzia benefici del privato in sanità né depone per una sua non inferiorità nei confronti della gestione pubblica, dati i riscontri negativi in termini di disequità di accesso alle cure efficaci, sicurezza, qualità assistenziale, costi per i cittadini ed il pagatore, spoliazione delle funzioni assistenziali, centralità della malattia per sostenere il business, concorrenza per risorse scarse quali fondi e personale e noti problemi di regolazione e rispetto di norme e contratti; b) sono disponibili dati che illustrano, per ciascuna tipologia, sviluppo in Italia e a livello di ciascuna regione, con crescite maggiori nella assistenza extraospedaliera, dove i settori della diagnostica di laboratorio e strumentale, della specialistica (non solo odontoiatria, ora tutte le branche sono interessate) e l’assistenza residenziale sono appaltati in quota prevalente al privato accreditato, mentre nell’assistenza ospedaliera molte regioni importanti hanno un terzo o più (Lazio) di strutture private accreditate; la spesa OOP incide per oltre il 20% della spesa sanitaria totale; la spesa intermediata ha un andamento eterogeneo e alternante legato alle difficoltà a garantire condizioni di profitto stabili il che potrebbe produrre ulteriori misure statali a garanzia di tale settore; c) le misure degli esiti di salute per il paziente e per l’ecosistema sistematizzate nel framework qui proposto, evidenziano le carenze attese in base ai dati di letteratura, mentre per effetto della quarantennale attività di servizio al privato dello stato neoliberista italiano, sono stati imposti al SSN una serie di lacci e laccioli che ne limitato notevolmente la qualità, rendendo “conveniente” per chi può permetterselo il ricorso al privato.
Conclusioni: questo studio, misurando sviluppo e criticità del privato in sanità, sostiene l’individuazione e lo sviluppo di politiche mirate di contrasto a livello nazionale e regionale, chiarendo che la convenienza del farvi ricorso è frutto della sregolazione imposta al servizio pubblico per risolvere la quale è necessario tornare a politiche di organizzazione appropriata dell’assistenza e di pianificazione partecipata, data l’evidenza disponibile sulla incapacità del mercato di allocare le risorse e garantire servizi capaci di rispondere equamente ai bisogni di salute e di assistenza.
Key words: “Health impact”, “health system impact” e “private health providers”, framework
SUMMARY
The main expressions of the private sector in health care are represented by private agreements for hospital care, out-of-hospital care (territorial, diagnostic, specialist) and residential care, by the direct expenditure of families (Out Of Pocket: OOP) for examinations, analyses, medicines, admissions, etc., and by the expenditure intermediated by private funds and insurances activated for the most part through trade union agreements. Objectives: to describe for each of the three types of private investment in health care for Italy and the Italian regions – with an exemplifying focus on Umbria – dimensions, development in the care processes, outcomes for the patient and the eco-social health system.
Materials and methods: three lines of bibliographic research were activated on: a) systematic reviews and studies on the effects of the private sector in health care; b) ministerial and national agency reports containing data on the phenomenon under investigation; frameworks capable of describing the outcomes for the patient and for the socio-health care eco-system.
Results: a) the available scientific literature does not show any benefits of the private sector in health care, nor does it suggest that it is not inferior to public management, given the negative findings in terms of unequal access to effective care, safety, quality of care, costs for citizens and payers, spoliation of care functions, centrality of illness to sustain business, competition for scarce resources such as funds and personnel, and well-known problems of regulation and compliance with rules and contracts; b) data are available that illustrate, for each type, development in Italy and at the level of each region, with greater growth in out-of-hospital care, where the sectors of laboratory and instrumental diagnostics, specialist care (not only dentistry, now all the branches are involved) and residential care are contracted out in a prevalent share to the accredited private sector, while in hospital care many important regions have a third or more (Lazio) of accredited private facilities; OOP expenditure accounts for more than 20 per cent of the total healthcare expenditure; intermediated expenditure has a heterogeneous and alternating trend linked to the difficulties in guaranteeing stable profit conditions, which could lead to further state measures to guarantee this sector; c) the measures of health outcomes for the patient and for the ecosystem systematised in the framework proposed here, highlight the shortcomings expected on the basis of the literature data, with the complication that as a result of the forty years of service to the private sector of the neo-liberal Italian state, a series of strings and ties have been imposed on the NHS that considerably limit its quality, making it ‘convenient’ for those who can afford it to resort to the private sector.
Conclusions: this study, by measuring the development and criticality of the private sector in health care, supports the identification and development of targeted policies to counter it at the national and regional levels, making it clear that the convenience of resorting to the private sector is the result of an artificial dysregulation of the public service, to resolve which it is necessary to return to policies of appropriate organisation of health care systems and participatory planning, given the evidence available on the market’s inability to allocate resources and guarantee services capable of responding fairly to health and care needs.
Autore per corrispondenza: Carlo Romagnoli mail: surfcasting.dakla@gmail.com
DOI: 10.48291/SISA.68.3.9 Sistema Salute, 68, 3, 2024: pp. 364-391
Tecnologie digitali e ragazzi in età scolare: una valutazione di efficacia di un’esperienza in Piemonte
Digital technologies and school-age children: an efficacy evaluation of an experience in Piedmont (Italy)
Alessandro Migliardi 1, Eleonora Tosco 2, Claudio Tortone 2, Simonetta Lingua 2, Antonella Bena 2
1 Servizio Sovrazonale di Epidemiologia, ASL TO3, Regione Piemonte
2 Dors, Centro regionale di documentazione per la salute, ASL TO3, Regione Piemonte
Parole chiave: media digitali, didattica immersiva, competenze digitali, valutazione di efficacia
RIASSUNTO
Obiettivi: i media digitali sono onnipresenti nella vita dei giovani e contribuiscono al processo di socializzazione e di costruzione del sé. È quindi fondamentale, per il benessere psicofisico dei ragazzi, che questo rapporto sia il più possibile equilibrato, informato e critico. Il progetto Display ha come obiettivo offrire conoscenze e competenze necessarie ai ragazzi in età scolare per utilizzare in modo consapevole i media digitali, attivando un circolo virtuoso di sensibilizzazione sul tema. Più nello specifico l’obiettivo è stato quello di indagare il rapporto con le tecnologie digitali in termini di convinzioni, atteggiamenti e motivazioni, e in quale misura sia migliorato nei soggetti che hanno partecipato all’esperienza immersiva del centro Display.
Metodi: la ricerca descrive uno studio di valutazione di tipo PRE-POST con gruppo di controllo, realizzato su un campione di 781 studenti (9-13 anni) di 23 istituti scolastici piemontesi e utilizza la metodologia Difference in Differences per valutare se i cambiamenti osservati sono da attribuire, a parità di altre caratteristiche, all’intervento sperimentato.
Risultati: i risultati dello studio mostrano alcuni cambiamenti importanti e statisticamente significativi, soprattutto per ciò che concerne l’uso consapevole degli strumenti digitali e la percezione del rischio nel loro utilizzo. La stratificazione dei dati per livello di istruzione della madre mostra cambiamenti importanti anche in termini di equità.
Conclusioni: i risultati incoraggiano ad approfondire questo tipo di indagini esplorando altre dimensioni nel rapporto tra giovani e media digitali e allargando il campione di studio ad altre fasce di età per una sua più ampia generalizzabilità. Orientare le politiche volte a promuovere un uso positivo e consapevole delle tecnologie digitali per riconoscere, prevenire e gestire precocemente, a partire dalla scuola primaria, situazioni problematiche basate su interventi di dimostrata efficacia sono gli intenti che gli autori hanno provato a perseguire.
Keywords: digital media, immersive teaching, digital skills, efficacy evaluation
SUMMARY
Objectives: digital media are ubiquitous in young people’s lives and contribute to the process of socialization and self-construction. It is therefore crucial for the mental and physical well-being of young people that this relationship be as balanced, informed, and critical as possible. Display Project aims to offer knowledge and skills necessary for school-age children to use digital media in a conscious way, activating a virtuous circle of awareness on the issue. More in detail, the objective was to investigate the relationship with digital technologies in terms of beliefs, attitudes and motivations, and to what extent it improved in subjects who participated in the immersive Display center experience.
Methods: the research describes a PRE-POST evaluation study with control group, carried out on a sample of 781 students (9-13 years old) from 23 Piedmontese schools and uses the Difference in Differences methodology to evaluate whether the changes observed can be attributed, other characteristics being equal, to the experimented intervention.
Results: the results of the study show some important and statistically significant changes, especially regarding the conscious use of digital tools and the perception of risk in their use. The stratification of the data by the mother’s educational level also shows important changes in terms of equity.
Conclusions: the results encourage further exploration of this type of investigation by exploring other dimensions in the relationship between young people and digital media and by expanding the study sample to other age groups for broader generalizability. Guiding policies aimed at promoting a positive and conscious use of digital technologies to recognize, prevent, and manage problematic situations early, starting from primary school, based on interventions of proven effectiveness are the intentions that the authors tried to achive.
Autore per corrispondenza: Alessandro Migliardi, Servizio di Epidemiologia ASL TO3, Via Sabaudia 164, 10195
Grugliasco (TO) tel. 011.40188.209 – Email: alessandro.migliardi@dors.it
DOI: 10.48291/SISA.68.3.10 Sistema Salute, 68, 3, 2024: pp. 392-401
Analisi dei tempi di reazione mediante il “SensoBuzz” e proposte operative con esercitazioni mirate al contrasto del decadimento cognitivo e alla prevenzione delle cadute in soggetti anziani
Analysis of reaction times using “SensoBuzz” and operational proposals with exercises aimed at counteracting cognitive decline and preventing the falls in elderly subjects
Salvatore Buzzelli 1, Carmelo Giuffrida 2, Lucio Caprioli 3, Francesca Campoli 3, Michele Perniola 4 Simone Cigni 5, Rodolfo Lisi 6
1 Ministero dell’Istruzione e del Merito, Liceo Classico “Marco Minghetti”, Bologna
2 Dipartimento di Scienze Biomediche e Biotecnologiche, Università degli Studi di Catania
3 Laboratorio di Ingegneria dello Sport, Dipartimento di Ingegneria Industriale, Università di Roma Tor Vergata
4 Ministero dell’Istruzione e del Merito, Istituto Comprensivo Testoni-Fioravanti, Bologna
5 ASST Santi Paolo e Carlo, Ospedale San Paolo, Divisione di Ortopedia, Milano
6 Ministero dell’Istruzione e del Merito, IIS Antonio Meucci, Ronciglione, Viterbo
Parole Chiave: anziani, invecchiamento in salute, healthy ageing, Sensobuzz, tempi di reazione
RIASSUNTO
Introduzione: lo studio intende proporre una strumentazione idonea a stimare, e prevenire per quanto possibile, il decadimento cognitivo nella popolazione anziana, così da ridurre sensibilmente il rischio di cadute.
Obiettivi: verificare, e valutare in un determinato periodo, l’andamento dei tempi di reazione, in persone anziane frequentanti un corso dedicato e gestito da professionisti di diversa estrazione (neuropsichiatria, scienze motorie e nutrizione), con lo scopo di migliorare gli aspetti cognitivi, motori e alimentari.
Metodi: sono stati raccolti i dati, e rilevati i tempi di reazione semplice (TRS) e i tempi di reazione complessa (TRC), attraverso una strumentazione nota come “Sensobuzz” in 43 soggetti di entrambi i sessi, di età compresa tra i 65 e gli 85 anni. Le valutazioni, iniziate il 20 febbraio 2023 e protratte sino al 17 aprile dello stesso anno, hanno permesso di estrapolare ed elaborare i risultati delle due singole sessioni.
Risultati: nessuna differenza significativa nei valori tra i due sessi, sia nella prima che nella seconda sessione, sebbene sia interessante notare come i soggetti maschi migliorino di gran lunga la prestazione precedente, diminuendo cioè il tempo di reazione di circa un decimo di secondo.
Conclusioni: si è persuasi di come la strumentazione proposta agisca in maniera positiva e determinante contro il decadimento cognitivo, soprattutto se affiancata da esercizi specifici, rientranti nel vasto ed eterogeneo gruppo dell’AFA (Attività fisica adattata), condotti però da personale altamente qualificato.
Key Words: elderly, healthy aging, Sensobuzz, reaction times
SUMMARY
Introduction: the study intends to propose suitable instrumentation to estimate, and prevent as far as possible, cognitive decline in the elderly population, so as to significantly reduce the risk of falls.
Objectives: to verify and evaluate, over a given period, the trend of reaction times in elderly people attending a dedicated course managed by professionals from different backgrounds (neuropsychiatry, motor sciences and nutrition), with the aim of improving cognitive aspects , engines and food.
Methods: data were collected and simple reaction times (TRS) and complex reaction times (TRC) were measured using an instrument known as “Sensobuzz” in 43 subjects of both sexes, aged between 65 and 85 years old. The evaluations, which began on 20 February 2023 and continued until 17 April of the same year, made it possible to extrapolate and process the results of the two individual sessions.
Results: no significant difference in the values between the two sexes, both in the first and second sessions, although it is interesting to note how the male subjects greatly improve the previous performance, i.e. decreasing the reaction time by about a tenth of a second.
Conclusion: we are convinced of how the proposed instrumentation acts in a positive and decisive way against cognitive decline, especially if accompanied by specific exercises, falling within the vast and heterogeneous group of AFA (Adapted Physical Activity), however conducted by highly qualified personnel.
Autore per corrispondenza: rodolfo.lisi@libero.it
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